Firmato in basso a sinistra: Filippo Giuntotardi a Roma
L’acquerello presentato, Veduta del Foro Romano, propone un soggetto molto noto e amato nel Settecento e Ottocento, ossia le antiche rovine della classicità romana. La magia delle rovine ha suscitato nel tempo molteplici suggestioni e interpretazioni. Nell’opera di Giuntotardi emerge come nel Settecento la fortuna del tema coincida con l’affermarsi del gusto del pittoresco e di una nuova concezione del paesaggio, in cui la magia delle rovine antiche risiede proprio nel fascino delle loro forme ormai consumate, in contrasto dialettico con le architetture dell’età moderna, che l’artista nell’acquerello pone sullo sfondo. Inoltre come testimonianza di questo scorrere del tempo inserisce dei personaggi con l’intento di evidenziare come in questi luoghi del passato la vita continua comunque a scorrere.
Firmato in basso a sinistra: Filippo Giuntotardi a Roma
L’acquerello presentato, Veduta del Foro Romano, propone un soggetto molto noto e amato nel Settecento e Ottocento, ossia le antiche rovine della classicità romana. La magia delle rovine ha suscitato nel tempo molteplici suggestioni e interpretazioni. Nell’opera di Giuntotardi emerge come nel Settecento la fortuna del tema coincida con l’affermarsi del gusto del pittoresco e di una nuova concezione del paesaggio, in cui la magia delle rovine antiche risiede proprio nel fascino delle loro forme ormai consumate, in contrasto dialettico con le architetture dell’età moderna, che l’artista nell’acquerello pone sullo sfondo. Inoltre come testimonianza di questo scorrere del tempo inserisce dei personaggi con l’intento di evidenziare come in questi luoghi del passato la vita continua comunque a scorrere.